Le classi-ponte per l’esclusione

Ancora la scuola al centro dell’attenzione, nel bene e nel male. Sembrava che le’istituzione di classi ponte fosse stata una sparata autunnale. Invece dalla bocca del nostro Presidente del Consiglio arrivano parole che rilanciano e affermano la prosecuzione di questa follia: “Le classi ponte? Una scelta di buon senso, utile a studenti e insegnanti”.

Partiamo dal dato sul quale il governo punta la sua campagna comunicativa: il 42,5% di alunni stranieri non è in regola con gli studi e il crescere dell’età aumenta il loro disagio scolastico.

Non serve essere un esperto di psicologia per capire che se i bambini e le bambine vengono trattati in modo discriminatorio l’integrazione diventa molto difficile. E’ come quando i tuoi genitori spendono una fortuna per mandarti a studiare in un college a Londra durante l’estate e tutto quello che hai imparato è la parola vagina in 10 dialetti diversi, ma di inglese poco o niente.

classi ponte

Gli esperti di Sig (Società italiana di glottologia), Sli (Società di linguistica italiana), Aitla (Associazione italiana di linguistica applicata) e Giscel (Gruppo di intervento e studio nel campo dell’educazione linguistica) attraverso un ampio documento criticano sia nell’idea che nel metodo queste “classi ponte” , auspicando una maggiore immersione dello straniero anche con l’aiuto di “facilitatori linguistici”.

In un post precedente avevo già analizzato e criticato queste classi. Nel documento approvato dalla Camera si parla di “discriminazione transitoria positiva“, un termine che fa rabbrividire solo a sentirlo, mai udito prima. Discriminare per il bene degli stranieri, una delle assudità più grosse mai sentita. Roba da ventennio.

Visto che diciamo che il PD non fa proposte concrete, pubblico qui le soluzioni inserite nel decreto legge presentato al Parlamento, del quale condivido la linea:

a) prevedere la possibilità di ammissione in corso d’anno scolastico dei minori stranieri secondo i medesimi criteri e con le modalità riservati ai minori italiani;
b) potenziamento dell’attività didattica e del curricolo tenuto conto dei minori stranieri che frequentano i cicli di istruzione presso le scuole italiane, finalizzati all’apprendimento della lingua e della cultura italiana, compresa la conoscenza e la condivisione dei valori costituzionali fondanti la Repubblica, e all’interculturalità;
c) potenziamento dell’organico funzionale degli insegnanti, attraverso il ricorso a mediatori culturali e linguistici, anche di origine extracomunitaria ovvero individuati nell’ambito delle famiglie di appartenenza dei minori stranieri;
d) dotazione alle scuole di libri di testo e altri strumenti didattici che facilitino l’apprendimento della lingua italiana, e per le regioni a statuto speciale le lingue parificate, e l’interculturalità;
e) realizzazione di un piano di formazione degli insegnanti e di tutto il personale della scuola, con l’obiettivo dell’integrazione dei minori immigrati e dell’interculturalità, anche in collaborazione con università, enti e istituti di ricerca, associazioni;
f) nell’ambito di ciascuna comunità scolastica, promozione di iniziative aperte alle famiglie degli studenti italiani e stranieri, volte alla accoglienza, alla tutela della cultura e alla conoscenza delle lingue d’origine degli studenti stranieri, nonché alla realizzazione di attività interculturali comuni. Le iniziative e le attività di cui alla presente lettera sono realizzate sulla base di una rilevazione dei bisogni locali e di una programmazione territoriale integrata, anche in convenzione con le associazioni degli stranieri, con le rappresentanze diplomatiche o consolari dei Paesi di appartenenza e con le organizzazioni di volontariato e del terzo settore operanti sul territorio;
g) promozione di azioni volte a favorire la partecipazione attiva degli studenti immigrati e delle rispettive famiglie alle attività della scuola e della comunità locale, anche attraverso l’attivazione di corsi di lingua italiana, e nelle regioni a statuto speciale le lingue parificate e di educazione civica per gli adulti, mirati in particolare alle madri straniere, con il coinvolgimento degli enti locali e delle associazioni di volontariato e del terzo settore operanti sul territorio;
h) realizzazione di un’offerta didattica valida per gli stranieri adulti regolarmente soggiornanti che intendano conseguire il titolo di studio della scuola dell’obbligo e attivazione, su base comunale, di iniziative per l’accoglienza degli stranieri adulti regolarmente soggiornanti, mediante l’attivazione di corsi di alfabetizzazione nelle scuole elementari e medie;
i) previsione di iniziative per promuovere a livello statale l’educazione interculturale, attraverso la predisposizione di appositi spazi formativi nell’ambito della programmazione televisiva pubblica, nonché di programmi didattici multimediali, anche con l’utilizzo della rete internet e della rete televisiva digitale;
j) potenziamento dell’attività degli istituti di cultura italiana all’estero volta all’offerta di corsi di lingua italiana nei Paesi da cui ha origine l’immigrazione.

Siccome sembra che il governo sia molto attento alla questione della lingua, a queste  proposte inoltre  voglio aggiungere quella di creare dei corsi di perfezionamento dell’italiano ai parlamentari visto che ne hanno un disperato bisogno.

L’integrazione, come dice la parola stessa, non si fa escludendo.


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