“L’Europa senza la Grecia è come un bambino senza certificato di nascita”

Il piano “Salva-Grecia” è stato approvato dopo una giornata di duri scontri e guerriglia urbana: una profonda deregulation del mercato del lavoro; una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni; una drastica economia di spesa in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali; la vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas, acqua e lotteria.
Se pensavamo che il nostro “piano di salvataggio” fosse duro, di fronte a quello greco diventa una “manovrina”. E la differenza sostanziale è che se l’Italia, dopo i duri tagli, non corre il rischio di default, la Grecia rimane un’incognita. Riuscirà a rimanere nell’euro, evitando una serie di reazioni a catena che porterebbero la crisi continentale a livelli peggiori, o andrà verso un default, con conseguenze forse ancora peggiori per la popolazione greca?

Resta il problema di trovare le soluzioni per andare oltre, capendo bene anche le cause che hanno portato a questo. Stefan Collignon, economista politico, in un articolo su Social Europe journal, traccia brillantemente a chi dare la colpa:

No doubt, Mrs Merkel is in the driver’s seat – with disastrous consequences. Merkel has made about every mistake in the Euro crisis one could possibly make. At the early stages, she fuelled doubts about Germany’s commitment to European unification by hinting that Greece should exit the euro. That made financial markets nervous and increased the bill for the subsequent rescue effort. German public opinion was not amused. Merkel then stingily kept her purse closed and played the chauvinist card before local elections. Instead of calming markets, she imposed austerity programmes on Europe, which made it ever more difficult to balance budgets. Finally, Merkel’s insistence on making banks pay, reassuringly called “private sector involvement”, nearly brought transactions in the Euro capital and money markets to a standstill. Only the very courageous liquidity programme by the ECB has avoided the total collapse of the European monetary economy.
Per i non anglofoni:
Senza dubbio, la signora Merkel è al posto di guida – con conseguenze disastrose. Merkel ha fatto tutti gli errori possibili nella crisi dell’euro. Nelle prime fasi, ha alimentato i dubbi sull’impegno della Germania per una migliroe unificazione europea suggerendo che la Grecia avrebbe dovuto uscire dall’euro. Questo ha reso i mercati finanziari nervosi e aumentato la portata del disegno di legge per lo sforzo del successivo salvataggio. L’opinione pubblica tedesca non era divertita. Merkel poi con avarizia ha tenuto la borsetta chiusa e ha giocato la carta sciovinista prima delle elezioni locali. Invece di calmare i mercati, ha imposto programmi di austerità sull’Europa, che ha reso sempre più difficile riequilibrare i bilanci. Infine, Merkel
ha insistito parecchio affinché le banche pagassero, chiamandola rassicuramente “coinvolgimento del settore privato”, riducendo le transazioni di capitale nell’Eurozona a punto morto.
Solo il programma di liquidità molto coraggioso da parte della BCE ha evitato il crollo totale dell’economia monetaria europea.”

Non c’è dubbio che adesso la Grecia deve crescere. Per fare ciò entro i limiti dell’euro deve ricevere investimenti dall’esterno e sostegno alla domanda nel paese. Abbiamo visto il bastone, ora, cara Merkel e tutti gli altri leader europei, dateci la carota.
In questo modo vedremo se l’Europa ha intenzione di dare veramente una mano, se esiste davvero il senso di solidarietà che c’è quando apparteniamo a una stessa comunità. Altrimenti avremo solo prolungato l’agonia di una nazione, ritardando un evento (il default) che potrà sancire la fine dell’unione come l’abbiamo pensata.

Perché “l’Europa senza la Grecia è come un bambino senza certificato di nascita” (Valery Giscard d’Estaing)


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