Falsi problemi per nascondere le vere emergenze

Berlusconi sta bloccando il lavoro parlamentare con una serie di decreti sulla giustizia per cercare di salvarsi dai processi che lo vedono imputato (2 processi per corruzione). Il nostro “amato” premier difende i suoi decreti, sostenendo che aiuteranno la giustizia a snellirsi ( infatti molti processi cadranno in prescrizione, causando un mini-indulto). Ma è davvero così? Le intercettazioni sono il vero problema della giustizia? Bloccando alcuni processi si risolve la burocrazia giudiziaria? Immunizzando il premier e le altre cariche ci sarà una diminuizione del crimine organizzato?

i VERI PROBLEMI:

– Oltre il 40% della ricchezza nazionale è illegale (rapporto Alto Commissariato anti-Corruzione)
– Lavoro nero e sommerso: 27% del Pil (fonte Ocse)
– Evasione fiscale: 200 miliardi di euro (fonte Secit e Revue de droit fiscal)
– Grandi aziende con un fatturato superiore a 50 milioni di euro, che evadono il fisco: 98,40% (fonte Agenzia delle entrate fiscali)
Esportazione illecita di capitali: 85-90 miliardi di euro (fonte Confcommercio, Eurispes, Procura Nazionale Antimafia, settimanale Economy)
– Beni consolidati delle mafie: 1.000 miliardi di euro (fonti Confcommercio, Economy, Procura Nazionale Antimafia)
Affiliazioni alle mafie, esclusi i colletti bianchi che utilizzano il denaro riciclato: 1.800.000 persone (fonte Dia e relazione Commissione Parlamentare Antimafia 2003)
– Percentuali delle estorsioni per regione sul totale per Campania 14,9%, Sicilia 12,9% e Lombardia 10,4% (fonte Ministero dell’Interno)
– Nella sua ultima relazione il Commissariato contro la Corruzione ha affermato: siamo peggio che in Tangentopoli, la corruzione piega ogni settore e la sanità è terra di conquista.

Ps: ringrazio per i dati La Casa della Legalità

Intanto cento costituzionalisti sono scesi in campo contro il lodo-Alfano che sospende i processi delle quattro più alte cariche istituzionali e contro la norma blocca-processi. Il documento è intitolato “In difesa della Costituzione” ed è firmato da ordinari di diritto costituzionale e discipline equivalenti: tra essi gli ex presidenti della Consulta Valerio Onida, Gustavo Zagrebelsky e Leopoldo Elia. A coordinare la raccolta di firme è stato Alessandro Pace, presidente dell’Associazione italiana costituzionalisti.

Firmate numerosi.


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